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S&F_n. 12_2014
Abstract
By observing through the microscope a biological structure at the different scale levels, it is possible to live an astonishing experience which leads the explorer to travel across hierarchically structured geometrical worlds where spaces and paths are established by forms of unexpected strictness and symmetrical constructions conceal nested architectures which create self-similar universes evoking Koch's fractals or three-dimensional versions of Mandelbrot sets. The finding – surprising and consolatory at the same time – that living matter can somehow exhibit symmetries and levels of order one generally (and only) associates to inorganic crystals, de facto undermines the foundations of some dichotomous categories on which both Science and Philosophy are based, consequently making fluid the boundaries between organic and inorganic, artificial and natural and – at the end – between life and death. The Life – at the macro- and micro-scopic eye – is available. It is geometrical disposition, conformal symmetry, solution and result. But Life, where that eye (and its extents) is slotted, is meta-order, at most World as energy and kinematic laps, anyway para-logical priority, logical noise, paradox of the tangible and of the material. So, Science and Philosophy become comment and/or protest of the human mind in front of a “There Is”, and in this blame game between meta-bio-logical prius and historical preemption, any result of the human mind is also a result of the Life, of physical and chemical auto-organization which allows the Life itself. Not only methodological explosion of dichotomies as Natural/Artificial, Organic/Inorganic – the practice or the break of the dichotomy is however an existential demand of the Logos – rather secret horizon required by human livings, mass-produced mirrors of self-references and semantic codes. Symmetries and violations of symmetries in piles of Selfies to post on social networks of Science and Philosophy, on hold of feedback loops. So, Symmetry is not necessarily the background or the foreseeing, and the Asymmetry is not necessarily infraction and fancy.
La divinità si compiace del numero dispari.
Virgilio
Due rette parallele si incontrano all’infinito quando ormai non gliene frega più niente.
Marcello Marchesi
Non voglio essere interrotto da chi mi rompe i coglioni con l'essere e con l'esserci, non voglio parlare con l'ontologia; abbasso l'ontologia, me ne strafotto.
Carmelo Bene
Il mio gatto fa quello che io vorrei fare, ma con meno letteratura.
Ennio Flaiano
Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi.
Friedrich Nietzsche
Anche agli dèi piace scherzare.
Aristotele
L’analisi al microscopio di una struttura biologica, effettuata esplorandone i differenti livelli di scala, conduce l’osservatore in un viaggio straordinario attraverso mondi geometrici organizzati gerarchicamente, in cui la composizione degli spazi e i percorsi sono decisi da forme di inatteso rigore e da costruzioni simmetriche, nelle quali è possibile entrare e scorgere nuove architetture, annidate nelle precedenti a formare universi self-similar che sembrano dare un corpo tridimensionale ai frattali di Koch o agli insiemi di Mandelbrot. La constatazione – sorprendente e consolatoria a un tempo – che la materia vivente possa, in un certo senso, essere “più ordinata” di un reticolo di Bravais di un cristallo di quarzo mina alla base alcune delle categorie dicotomiche proprie della Scienza e della Filosofia, rendendo fluido il contorno tra organico e inorganico, tra naturale e artificiale e – per estensione – tra vita e morte. La tentazione di risolvere il tema interamente all’interno della geometria, provando cioè a “indovinare” i livelli di delimitazione della complessità morfologica oltre i quali l’inorganico risulterebbe naturalmente “spinto” a mutare in materia vivente (la più sensazionale – e alchimistica – delle transizioni di fase!) sembra d’altra parte immediatamente spegnersi, almeno dinanzi a un tribunale che giudichi con strumenti puramente logico-formali. Se infatti l’articolazione geometrica, da sola, potesse determinare la qualità “organica” di una struttura vivente, sarebbe impossibile spiegarne il trapasso allo stato inorganico (alla morte) in quanto si sarebbe costretti ad ammettere che – almeno per qualche istante – quelle stesse strutture geometriche che intrinsecamente si collegavano all’essenza vitale della materia qualifichino anche la natura dell’inorganico, in tal modo contraddicendo l’assunto. Il tema della conflagrazione, dell’ekpùrosis di Seneca, sembra in qualche modo rievocato e prendere le forme di nuove domande. Cosa può sottendere – e consentire – la complessità geometrica propria delle strutture viventi? Quali caratteri distintivi e intrinseci possono essere riconosciuti e associati all’organizzazione gerarchica – e alle simmetrie – disvelate dagli organismi biologici?
Due temi – forse tra molti – sembrano essere ancorati alla organizzazione gerarchica delle strutture viventi e dunque offrirsi alla riflessione scientifica e filosofica. Il primo è quello della symmetry breaking (uno dei temi fondamentali della Fisica moderna) che vede la simmetria come pre-condizione, “forma” o “sintomo” di raggiunti equilibri e le perturbazioni della simmetria quali elementi promotori del movimento e dunque dell’innesco di dinamiche che portino a nuove configurazioni di equilibrio. Il secondo tema è rappresentato dal communication network, quindi dal sistema complesso di signaling e dalla rete di possibili meccanismi di feedback che possono essere disegnati su strutture self-similar gerarchicamente organizzate: è sufficiente pensare che un “edificio biologico” è in generale caratterizzato da una rete di impianti preposti al trasferimento di segnali biochimici, meccanici ed elettrici talmente capillare da essere in grado – a differenza di quanto accade in una costruzione civile pur organizzata gerarchicamente – di compromettere la stabilità strutturale, alterare la morfologia o determinare il destino complessivo del tessuto o la funzionalità dell’intero organo semplicemente attraverso la modifica della posizione o della natura di un suo costituente elementare.
La vita, allora, per l’occhio macro- e micro- scopico, è disponibilità. Disposizione geometrica, simmetria conforme, risultato.
Ma la vita, in cui quell’occhio (e le sue estensioni) è inserito, è meta-ordine, al più mondo come energia e lasso cinematico, ma pur sempre precedenza paralogica, disturbo logico, paradosso del tangibile e del materiale. Scienza e filosofia si fanno allora commento e/o protesta della mente umana al cospetto di un “c’è”, e in questo gioco al massacro tra prius meta-bio-logico e prelazione storica, ogni risultato della mente umana è anche un risultato della vita, risultato dell’autorganizzazione fisica e chimica che in origine ha consentito la vita stessa. Non mera esplosione metodologica di dicotomie come natura/artificio, organico/inorganico – l’uso o la rottura della dicotomia è pur sempre un’esigenza esistenziale del logos – piuttosto orizzonte recondito per orizzontali patici, specchi in serie di autoreferenze e codificazioni semantiche. Simmetrie e violazioni di simmetrie in mucchi di Selfies da postare sui social networks della scienza e della filosofia, in attesa di feedback loops. Ritratti di un “come” e mai di un “cosa”, giusto il dominio cognitivo della catena degli osservatori immemori. Il sapere si fa imitazione e plagio, fascino dalla ricorsività del dato vitale che, per ragione ovvero per commento e protesta mentale e fisiologica, finisce per accordare l’effetto deterministico di una particolare disposizione degli organi e l’esito libero di una conoscenza. Quasi arte. Dove la simmetria non è necessariamente lo sfondo o il prevedibile, e l’asimmetrico non è necessariamente infrazione ed estro. Dove il darsi simmetrico delle cose può essere nell’asimmetrico dei comportamenti e viceversa.
Teoria – e l’architettura, ad esempio, l’inorganico per antonomasia, è θεωρία – come sguardo, osservazione e spettacolo, ma soprattutto presunzione ipotetica. E qui il gioco delle parti può riaprirsi, più sereno nelle sue categorie logiche e persino nelle sue ontologie ibride, frecce lineari nel tempo ciclico, motori di vita a traino di intelligibilità. E allora tra bios, logos, nous e techne, simmetria, perturbazione, equilibrio, caos, natura, artificio, organico, inorganico, corpo, spirito, vita, morte, giocano a favore delle intelligenze che fanno sapere, soprattutto quando operano la rinuncia al netto per farsi discipline indisciplinate, pianta organica dei luoghi e dei tempi di insight di cui ciascun ufficio antropobiologico ha bisogno per codificare le proprie emergenze.
Sono, ma non devo
esserlo, una figlia del secolo.
Qualche anno fa
ho visto due soli.
E l’altro ieri un pinguino.
Con la massima chiarezza.
Wislawa Szymborska
Da quando ho imparato a camminare mi piace correre.
Friedrich Nietzsche
P.A.