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Infezioni

Autore


Paolo Amodio

Università degli Studi di Napoli Federico II

Editor in chief

Indice


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S&F_n. 13_2015

Abstract



We will analyze a segment of the very complex theoretical background concerning the current History of Medicine. In this sense, it is indispensable to examine the social contextualization of medicine, its links to political and cultural history, i.e. to global history, to meetings between different therapeutic cultures, to moral questions raised by automation, psychoanalysis, anthropology, anatomy, to the very original connections to the epistemological thought – cinema, town-planning, history of arts or religions, artistic performances. Last, but not least, History of Medicine, maybe, is an etiology of pathos. Well, like any etiology, by definition and etymology, it comes from a myth and arises around the explanation of a noun.


Sa place et son rôle dans la culture générale ne sont pas niés, mais ils sont assez mal définis. Son sens même est flottant. Faut-il écrire l’histoire des sciences comme un chapitre spécial de l’histoire générale de la civilisation? Ou bien doit-on rechercher dans les conceptions scientifiques à un moment donné une expression de l’esprit général d’une époque, une Weltanschauung? Le problème d’attribution et de compétence est en suspens. Cette histoire relève-t-elle de l’historien en tant qu’exégète, philologue et érudit (cela surtout pour la période antique) ou bien du savant spécialiste, apte à dominer en tant que savant le problème dont il retrace l’histoire ? […] Enfin, et par suite de ce qui précède, quelle est la valeur pour la science de l’histoire de la science? L’histoire de la science n’est-elle que le musée des erreurs de la raison humaine, si le vrai, fin de la recherche scientifique, est soustrait au devenir?

Georges Canguilhem, La connaissance de la vie

 

 

È nella malattia che ci rendiamo conto che non viviamo soli, ma incatenati a un essere d’un altro regno, dal quale ci separano degli abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci comprendere: il nostro corpo.

Marcel Proust

 

 

La medicina crea persone malate, la matematica persone tristi e la teologia peccatori.

Lutero

 

 

Medico aiuta te stesso: così aiuterai anche i tuoi malati.

Friedrich Nietzsche

 

 

La medicina buona è amara.

Proverbio africano

 

La storia della medicina affonda le sue radici nella figura del medico-letterato tipica del XIX secolo: «Aujourd’hui les médecins sont jugés comme ils doivent l’être; poètes, littérateurs, philosophes, tous savent les apprécier, et leur accordent le tribut d’éloges qu’ils méritent à tant de titres» (J.-B. Montfalcon, entrée «Médecin» du Dictionnaire des sciences médicales, Panckoucke, Paris 1819). Tra i primi storici, difatti, si trovano soprattutto medici con interessi antiquari, collezionisti di libri e di strumenti, o che hanno fatto anche studi letterari, filosofici e filologici. In tal senso, la storia della medicina nasce come disciplina elitaria e decisamente orientata alla conservazione di un sapere, non certo alla sua critica o decostruzione. Ed è in tal senso che Michel Foucault rappresenta un’eccezione, anzi, un’avanguardia nella storia della medicina, perché il suo orizzonte è decisamente politico, il suo intento dichiarato è contribuire alla liberazione individuale e collettiva degli uomini attraverso lo studio dei rapporti tra potere e sapere che partecipano della costituzione degli individui stessi. Ma questa eccezione ha anche contribuito a definire meglio lo statuto della storia della medicina, se non altro rendendo celebre lo «stile francese» dell’epistemologia di Bachelard e, soprattutto, di Canguilhem.

Un’avanguardia, dicevamo, ma non un caso isolato, perché la storia della medicina ha prodotto i suoi risultati più interessanti proprio quando si è aperta alla multidisciplinarietà, ovvero quando ha accettato il contributo degli storici, dei sociologi e dei filosofi, quando si è interrogata sul suo ruolo accademico e sociale, e ha analizzato teoricamente le sue stesse metodologie di analisi e di indagine.

La storia della medicina oggi può allora a buon diritto essere definita come post-foucaltiana – anche nel caso di Roy Porter, che a Foucault più o meno apertamente si oppone (Foucault's great confinement, in «History of the Human Sciences», February 1990).

In questo numero, non solo nel dossier, cerchiamo di rendere conto di una piccola parte della costellazione teorica ampia e complessa della quale fa oggi parte la storia della medicina, prendendo in esame la contestualizzazione sociale della medicina, i suoi legami con la storia politica e culturale, e quindi con la storia globale, gli scambi tra diverse culture terapeutiche, le questioni etiche legate all’automazione, la psicanalisi, l’antropologia, l’anatomia, le connessioni più originali della riflessione epistemologica – con il cinema, con l’urbanistica, con la storia dell’arte o delle religioni, con le performance artistiche.

Ma la medicina, o forse meglio – perché qui di questo si tratta – il racconto della sua storia sembra dominato da un’infezione originaria che ha contagiato i suoi adepti. Se avessimo il coraggio, e la competenza, di riscattare l’originaria medicina cinese (non certo le pratiche attuali di questa nella Fifth Avenue) forse troveremmo se non un’armonia, una sana contaminazione di categorie affettive e sapienziali, ma oggettivamente non siamo in grado. Da buoni occidentali imperialisti abbiamo distrutto l’origine delle storie altre, e non ne sappiamo più neanche dire. Certo è, ci sia consentito dirlo, che la medicina nasce in Oriente e muore in Occidente.

Ci atteniamo dunque alla nostra esistenza storica infetta, con la quale proviamo a giocare a modo nostro, almeno in un editoriale. Azzardiamo allora un po’ di cose, e non per scienza o filosofia ma esclusivamente per contagio “pop” (così alcuni hanno definito alcuni segmenti di «S&F_» e a noi non dispiace), e fino a quando ci divertiremo, a turno lo faremo ancora. Quest’oggi siamo editorialisti alterati da alcune linee di febbre, deliranti per infezione da stafilococco altro che cronicamente colpisce le mucose delle nostre bocche, dei nostri nasi e delle nostre gole.

In un contesto squisitamente disciplinare e per molti tratti morale, con voce nasale e con vischiosi colpi di tosse diremo, anzi faremo esplodere, in maniera pop-delirante lessici familiari medicamentosi e medico(la)mentosi, per distrazione epistemologica ed effetto collaterale. E il gioco linguistico ci approssimerà, sottotraccia, a contagi, sintomi, immunizzazioni, vizi, pathos, purificazioni, moralità, paternalismi, sterilizzazioni, epidemie, disinfezioni, ma soprattutto antropologiche infezioni.

La storia della medicina è l’abito buono della reazione psicopatologica di un animale antropico disposto alla penetrazione e alla moltiplicazione di microrganismi, virus di affettività, batteri di categorie, miceti di sensibilità, protozoi per esistenze autonome, metazoi per protezione e sicurezza politica. Ciò che rende possibile quest’oscillazione impertinente è che in quella storia c’è sempre una sovrapposizione tra il piano dei fatti e la dimensione dei valori: nel momento in cui si ritiene che la malattia (il patologico) sia soltanto un eccesso o un difetto di uno stato corrispondente fisiologico (il normale), si delinea una concezione che fa della malattia un qualcosa che ha a che vedere con delle “quantità” misurabili – insomma, il passaggio dal qualitativo al quantitativo che determina l’ingresso nella maggiore età della scienza. Il problema, però, è che al di sotto della presentazione oggettiva e quantitativa dei fatti patologici si trova in realtà una determinazione che attiene alla dimensione dei valori. E tali valori attengono miserabilmente a un mondo infettato da una condizione umana che per raccontare di sé usa la Storia come un cruciverba da risolvere mediante definizioni alternativamente materiali e fattuali e psico-politico-valoriali. Dati e statistiche tra popolazioni crasse (ma qual è il senso? benestare o indolenza?) e popolazioni miserabili (ma qual è il senso? povertà o fato?). Psicopatologie di massa, comunque, superindividualità infettate fenomenologicamente intuite, individui come tane in cui si insediano miliardi di invisibili fils rouges sociopatici, eredi di un’arcimboldiana Storia Naturale fatta di presagi, simboli, unicorni, draghi, ciclopi, maghi, sacerdoti, giuramenti ippocratici, riproposti in macchinari, ricette e prescrizioni. Inseparabili prognosi e diagnosi (della vita che appartiene a quel mondo che “c’è”) prognosi come pregiudizio di valore, diagnosi come pseudo-ragion pura che riconduce una molteplicità di fenomeni a una coscienza verosimile, e così la storia dell’esperimento sulla salute e sulla salvezza si fa ossimoro perché parte e giunge a un’infezione, che prima si insinua nella carne, nelle ossa e nel sangue di una specie che sta su un suolo, e che poi si fa infezione di parola, popolare e dotta, categoria infettiva che dice del nostro conatus essendi per esorcizzare la morte e l’angoscia.

Letteratura, forse.

Autobiografia e cosmografia.

Antropografia per una redenzione.

Malattia come un animale feroce da domare.

Medicina come domatrice dotata di una frusta benevola o di una cinghia da padre-padrone che vuol educare al vivere perbene.

La storia della medicina è forse un’eziologia del pathos, e come ogni eziologia, per definizione ed etimologia, discende dal mito, nasce intorno alla spiegazione di un nome.

Un nome dentro una prassi che, per fortuna nel mio caso, spesso vince il mal di mare, il mal di testa, l’otite, l’ansia e l’angoscia. Quando torno a sorridere, ad ascoltare musica, a godere di una bella giornata, col senno di ora in ora, devo dire che finisco per benedire quel nome, quella storia e alcuni di quegli attori. E adesso venga pure il racconto degli esperti.

 

Fai attenzione quando leggi libri di medicina. Potresti morire per un errore di stampa.

Mark Twain

 

Una delle malattie più diffuse è la diagnosi.

Karl Kraus

 

Chi si inferma è perduto.

Marcello Marchesi

 

I bambini oramai non giocano più al dottore. Giocano allo specialista.

Boris Makaresko

 

P.A.

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